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Il presidente della Figc Gravina risponde alle accuse di «derive autoritarie»: «Mancanza di rispetto istituzionale», il n.1 della Lega Casini replica: «La serie A ha pochi poteri», il presidente del Milan Scaroni lancia frecciate a Maldini («Chi ha troppa acrimonia verso il passato non vive bene il presente») e Galliani («Andrò a lezioni di savoir-faire»)
Duello all’arma bianca tra il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, il presidente della Lega serie A Lorenzo Casini e il numero uno del Milan Paolo Scaroni all’evento «Il Foglio a San Siro», il convegno dedicato al calcio italiano organizzato dal quotidiano. «Parlare di derive autoritarie penso sia una mancanza di rispetto istituzionale». È Gravina ad aprire la polemica dopo le dichiarazioni di ieri di Casini in occasione dell’audizione sulle prospettive di riforma del calcio italiano in Commissione cultura, istruzione e sport del Senato.
Gravina contro Casini e Lotito
«È particolare rilevare – prosegue il presidente della Figc – che qualche mese fa la Federazione era considerata statica e incapace di fare proposte. Appena ne facciamo, allora si parla di autoritarismo. Non va confuso con l’esercizio della democrazia. Abbiamo il dovere di far rispettare il quadro normativo». Gravina che sposta poi il mirino su Claudio Lotito
e su quello che definisce «lotitismo», accusando il presidente della Lazio di avere i piedi in troppe scarpe: «Dobbiamo capire fino in fondo come sia possibile che in Italia alcuni personaggi possano fare parte del consiglio federale, del consiglio di Lega, essere proprietari di una società di calcio, essere anche senatori. Ci sono soggetti (sempre riferendosi a Lotito, ndr) che pensano di gestire il mondo del calcio a proprio piacimento».
Oggetto del contendere il piano strategico del sistema calcio approvato dalla Federcalcio: «La funzione è chiara: verificare la solvibilità, la stabilità e la sostenibilità dei club. E in quanto Federcalcio, sotto il profilo del bilancio integrato siamo fra i migliori al mondo», auspicando immediati successi sportivi che possano favorire il processo di riappacificazione tra le parti».
La replica di Casini
A stretto giro, la replica del presidente della Lega serie A Lorenzo Casini: «Parliamo di concetti che ho scritto 15 anni fa e la serie A ha ripetuto molte volte. Non c’è nulla di personale, la serie A nei poteri federali è sottodimensionata e questo porta a conseguenze. È un tema di design istituzionale, non è questione di persone. Se non si disegna bene il sistema, si rischiano derive autoritarie». Casini rivendica comunque il tentativo «di eliminare il diritto di veto. Se un sistema consente di proporre quello, significa che esiste qualche problema di equilibrio di poteri». E sull’ipotesi paventata di trasformare la serie A seguendo il modello Premier League, il presidente di Lega spiega che «il sistema come è ora ha reso quasi inevitabile che si proceda a una maggiore autonomia organizzativa. Ma è chiaro che serva l’endorsement politico, come è successo per la Premier». Con l’auspicio di trovare presto la pace.
Scaroni su Maldini e Galliani
Pace che non è arrivata tra il presidente del Milan Paolo Scaroni e l’ex responsabile dell’area tecnica del club Paolo Maldini: «Non l’ho più sentito, ma quando qualcuno guarda al suo passato con un certo tasso di acrimonia, vuol dire che non sta vivendo benissimo il presente (il riferimento è a un’intervista di qualche mese fa dell’ex capitano in cui lo aveva accusato di non fare a pieno gli interessi del club, ndr). Mi auguro che questo non sia il caso di Maldini. Gli auguro una vita personale ricca di soddisfazione». Via il primo sassolino dalla scarpa, Scaroni glissa poi sul cambio in panchina nella prossima stagione (rimandando ogni decisione a fine campionato), racconta la sofferenza con cui ha vissuto il derby scudetto di lunedì e risponde piccato anche a Galliani che aveva definito rozzo il tema della riduzione della serie A a 18 squadre (bocciato dalla Lega) promosso dal Milan e altri club: «Andrò a lezioni di savoir-faire da lui. Non posso essere rozzo, me lo farò spiegare da lui che l’ha fatto tante volte con successo in passato. Passare a 18 squadre sarà un fatto di forza di gravità: avverrà perché non possiamo più continuare così e giocare così tante partite. Mette a rischio la salute dei nostri giocatori e ritengo che si debba intervenire. Non possiamo stare lì a subire la concorrenza della Fifa, perché i calendari diventano insostenibili».
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24 aprile 2024 (modifica il 24 aprile 2024 | 20:17)
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