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diPierpaolo Lio e Giuseppe Guastella

Altri 8 agenti sono stati sospesi. Le vittime sarebbero 12. Gli episodi dal 2022, contestata anche una tentata violenza sessuale. L’indagine con intercettazioni e telecamere interne all’istituto. Il procuratore della Repubblica, Marcello Viola: «Una vicenda dolorosa»

Tentata violenza sessuale, tortura, lesioni e maltrattamenti. Sono i reati contestati ad alcuni agenti della polizia penitenziaria, alcuni dei quali ancora in servizio all’interno del carcere minorile Beccaria di Milano. La polizia e il nucleo investigativo regionale della Lombardia della Penitenziaria, coordinati dalla procura, hanno eseguito lunedì mattina un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tredici agenti della polizia penitenziaria, nonché la misura della sospensione dall’esercizio di pubblici uffici nei confronti di ulteriori otto dipendenti del Corpo

Dal 2022 ad oggi

I fatti si sarebbero registrati dal 2022 ad oggi nei confronti dei giovani detenuti della struttura. Le accuse sono quelle di maltrattamenti in danno di minori, anche mediante omissione, aggravati dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; concorso nel reato di tortura, anche mediante omissione, aggravato dall’abuso di potere del pubblico ufficiale, nonché dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori; concorso nel reato di lesioni in danno di minori, anche mediante omissione, aggravate dai motivi abietti e futili, dalla minorata difesa e dall’abuso di potere; concorso nel reato di falso ideologico ed infine una tentata violenza sessuale ad opera di un agente nei confronti di un detenuto.

Intercettazioni e telecamere

L’indagine, coordinata dai pm del quinto dipartimento, guidato dall’aggiunta Letizia Mannella, che ha portato la gip di Milano, Stefania Donadeo, a emettere le ordinanze di custodia cautelare, è partita da alcune segnalazioni, raccolte anche attraverso il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. L’indagine è stata sviluppata attraverso intercettazioni e acquisizione di telecamere interne all’istituto, che hanno permesso di raccogliere indizi per diversi episodi di violenze ai danni dei minori ristretti.

Le segnalazioni delle psicologhe e delle madri

Le indagini erano partite anche da alcune psicologhe del carcere minorile di Milano e dalle madri di giovani detenuti. Dalle prime informazioni le vittime sono una dozzina.  

Viola: «Una vicenda dolorosa»

«È una vicenda dolorosa alla quale non non avremmo mai voluto assistere». È il commento amaro del procuratore della Repubblica, Marcello Viola che, dopo aver ribadito la presunzione di innocenza delle persone coinvolte nelle indagati, ha detto: «Va sempre assicurato il controllo della legalità e il rispetto della legge». Viola, così come hanno fatto l’aggiunto Manella e i sostituti Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, ha più volte sottolineato l’ampia collaborazione ricevuta dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (sia quello che si occupa dei minori, guidato da Antonio Sangermano sia quello che si riferisce ai maggiorenni, diretto dal dottor Russo): «Stiamo perseguendo le responsabilità dei singoli soggetti e in questo l’amministrazione ha pienamente collaborato».

«Estrema violenza fisica, verbale e psicologica»

Per quanto riguarda le indagini, il panorama che emerge dopo oltre un anno di investigazioni e di «estrema violenza» sia «fisica» che «verbale e psicologica». In particolare, gli agenti coinvolti avrebbero usato in alcune occasioni bastoni e altri oggetti nei confronti delle vittime. Durante uno degli episodi più drammatici, che ha visto il doppio pestaggio di un ragazzo che si era comportato in modo arrogante e minaccioso con un agente, lo stesso minorenne è stato selvaggiamente picchiato alla sera e anche la mattina successiva, quando una «squadra punitiva» di agenti lo ha prelevato dalla sua cella, lo ha ammanettato alle spalle «in modo che non potesse proteggersi il viso con le braccia », ha spiegato Mannella. «Ciò che ci ha colpito è il metodo usato per i pestaggi durante i quali gli agenti picchiavano i ragazzi in modo da non lasciare segni», ha detto ancora Mannella. 

Carenza di personale e formazione adeguata

«È sempre più necessario avere tra gli agenti persone più adeguate che sappiano come reagire alla violenza che subiscono da questi ragazzi», ha spiegato Mannella. E infatti, Viola ha sostenuto che: «Sì, c’è una carenza di personale, ma ciò di cui si sente bisogno è una maggiore formazione del personale, l’unica che può tutelare rispetto a situazioni difficili e complicate che ci sono negli istituti di pena». 

Le evasioni di Natale 2022

Gli episodi contestati sarebbero avvenuti all’interno dell’ufficio del «capoposto» e, successivamente, durante la recente fase di ristrutturazione del carcere, in altri luoghi non coperti da sistema di videosorveglianza. Questo «clima di terrore», come è stato definito, non è escluso abbia in qualche modo influito nella decisione di alcuni ragazzi di evadere dal Beccaria nel Natale del 2022. Uno dei sette fuggitivi, tra l’altro, risulterebbe essere una delle vittime degli episodi di violenza ora contestati.

Il commento del sindaco di Milano

«Il Beccaria è stato abbandonato per anni e anni, senza una direzione, per cui è chiaro che certe cose possono succedere. Possono, ma non dovrebbero». Il sindaco Beppe Sala ha commentato l’inchiesta e le misure cautelari al carcere minorile di Milano. Il primo cittadino, a margine del convegno «Le città cambiano aria. Il patto dei Sindaci per una Pianura Padana che respiri», ha concluso: «Su quello che è successo al Beccaria non posso ancora esprimere giudizi precisi. Vedremo cosa uscirà da questa indagine».

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22 aprile 2024 ( modifica il 22 aprile 2024 | 12:54)

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